Collaborazioni

Gnocchi di zucca e patate senza uova con fonduta e vino novello

Gli gnocchi di zucca e patate senza uova con la fonduta di Gorgonzola sono perfetti per questa stagione. Sono morbidi, profumano di buono e di noce moscata e la fonduta con i quali sono conditi è saporita e avvolgente.

La zucca che ho utilizzato per fare gli gnocchi è la delica che secondo me (e non solo) è la più buona. La polpa della zucca delica è di un colore giallo intenso tendente all’arancione, è compatta, asciutta e poco filamentosa. Molto dolce e saporita la zuppa delica al gusto ricorda le castagne e i fichi d’india. Perfetta in cucina per fare gli gnocchi, come ripieno di pasta fresca, per le vellutate ed è squisita anche stufata.

Gnocchi di zucca e patate senza uova con fonduta di gorgonzola
Ingredienti per 4 persone
800g di polpa di zucca delica
400g di patate a pasta gialla
340g di farina + q.b. per la spianatota
noce moscata
sale fino

Per la fonduta
300ml di latte fresco
240g di gorgonzola
50g di noci

Procedimento
Per realizzare gli gnocchi di zucca e patate senza uova con la fonduta di Gorgonzola iniziate preriscaldando il forno a 180°. Tagliate la zucca a pezzi e posizionateli in una teglia ricoperta con carta da forno. Fate cuocere per circa 30 minuti o fino a che la zucca non sarà morbida. Sfornate, schiacciate la zucca e lasciatela raffreddare. Sbucciate le patate e tagliatele a pezzi. Portate a bollore una pentola con acqua. Al bollore salate e fate cuocere le patate per circa 15 minuti. Scolatele, schiacciatele e lasciate raffreddare. Unite ora la zucca con le patate, salate e aggiungete anche la noce moscata grattugiata. Mescolate bene. Setacciate la farina su una spianatoia (o su un piano di marmo), fate una fontana e versate al centro il composto a base di zucca e patate. Impastate delicatamente fino ad ottenere un composto liscio e compatto. Dividete l’impasto in più parti e con la mani formate dei bastoncini che taglierete a pezzetti di circa un centimetro e mezzo per formare gli gnocchi. Proseguite così utilizzando tutto l’impasto a disposizione e disponete gli gnocchi su un canovaccio di cotone (o lino) infarinato. 
Ponete una padella sul fuoco e versatevi il latte. Unite il gorgonzola tagliato a pezzi e fate cuocere brevemente o fino a che il gorgonzola non sarà sciolto. Mescolate e tenete al caldo. Con un coltello tritate grossolanamente le noci. Portate a bollore una pentola con acqua. Al bollore salate e versate gli gnocchi. Fateli cuocere fino a che non saliranno a galla. Recuperateli con una schiumarola e saltateli nella padella con la fonduta. Divideteli in piatti individuali e completate con le noci tritate e se vi piace una spolverizzata di pepe nero. Servite subito.

Con cosa accompagnare questi gnocchi di zucca e patate

Il perfetto wine pairing per questo golosissimo comfort food ho pensato potesse essere quello con un vino autunnale e assolutamente di stagione. Sono arrivata quindi in Veneto e ho cercato tra le etichette de La Cantina Pizzolato che produce vini biologici certificati vegan, senza solfiti aggiunti e che da sempre investe nella ricerca e nello sviluppo. La mia scelta è ricaduta sul vino Novello Piwi 2020 da uve Cabernet Cortis e Merlot Chorus, ideale con prodotti tipici della stagione autunnale a base di funghi e zucca. Quasi privo di tannini e con una gradazione alcolica relativamente bassa che non supera gli 11°, il Novello Piwi 2020 de La Cantina Pizzolato ha un sapore leggero e fresco e un aroma fruttato e persistente. Il colore è rosso intenso tendente al viola e la temperatura di servizio consigliata è tra i 12° e i 14°. Piacevolissimo per accompagnare il pasto, non stanca e berlo è quasi una coccola.

Cos’è un vino PIWI?

PIWI è l’acronimo di Pilzwiderstandfähig che letteralmente significa “resistente ai funghi”. I vini PIWI sono quei vini che vengono prodotti con uve di vitigni resistenti alle malattie tipiche della viticoltura. Si tratta di vitigni robusti che nascono da un incrocio tra viti europee ed americane (o asiatiche) e che non necessitano di molti trattamenti in vigna. La produzione di vitigni resistenti va effettuata manualmente e richiede anni di sperimentazione, ma il risultato è quello di una coltivazione 100% sostenibile con un minimo impatto sull’ambiente. Il progetto de La Cantina Pizzolato in questo ambito prevede sia la realizzazione di un vigneto nel quale sono state impiantate molte varietà PIWI ammesse nel disciplinare Veneto, sia la messa a dimora di un impianto monovarietale di singoli vitigni PIWI selezionati dopo una lunga ricerca per identificare quale vitigno si adattasse meglio al terroir della zona Piave.
I vini PIWI, che rappresentano il futuro della viticoltura sostenibile, hanno caratteristiche in parte diverse rispetto ai vini delle varietà autoctone (identificative dei territori dove nascono). Sono vini generalmente più profumati, con spiccati sentori sia fruttati che floreali, vini dal gusto più intenso e di maggior persistenza.

Vino nuovo e vino novello: sono la stessa cosa?

Attenzione infine a non confondere il vino novello con il vino non ancora invecchiato. Il vino novello viene prodotto con una tecnica completamente diversa rispetto agli altri vini ed è diverso dal vino nuovo (che a differenza del vino novello è un vino che può essere invecchiato). Il 40% delle uve con le quali viene prodotto il vino novello devono essere vinificate con il metodo della macerazione carbonica, mentre il restante 60% può essere sottoposto alle tecniche classiche. La macerazione carbonica è una tecnica che consiste nel mettere i grappoli d’uva interi in un serbatoio ermetico saturo di anidride carbonica. L’uva viene lasciata all’interno del serbatoio per un periodo che varia da poche ore a qualche giorno. In questo modo all’interno del serbatoio avviene una fermentazione alcolica, la buccia dell’uva si indebolisce, l’uva si schiaccia sotto il suo stesso peso e così rilascia il liquido. Per completare il processo si procede infine con una pigiatura vera e propria. Il periodo di vinificazione del vino novello non può essere inferiore ai 10 giorni. Il vino novello può essere commercializzato a partire dal 30 ottobre dell’anno in cui sono state prodotte le uve utilizzate e fino al 31 dicembre dello stesso anno e deve essere consumato entro sei mesi dalla sua immissione al consumo.

Sara

Buona forchetta, blogger, sommelier e content creator sono un’instancabile curiosa. Per professione collaboro con numerose aziende legate al food, beverage e travel occupandomi di food writing, food styling, editing, food photography, tour enogastronomici e interviste agli chef. Social media addicted, mi trovate sempre connessa!


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