A Tavola con il Nobile: il lato gastronomico del Vino Nobile di Montepulciano DOCG
A Montepulciano, il Vino Nobile – autentico simbolo del territorio – diventa il punto di partenza per unire la tradizione enologica alla ricca storia gastronomica locale e alle manifestazioni popolari.
Che il Vino Nobile di Montepulciano DOCG sia un vino gastronomico, capace di esaltare tanto le creazioni dei grandi chef quanto le ricette delle cuoche custodi della cucina tradizionale, lo dimostra la gara che si svolge ogni anno da ormai 23 anni nella settimana che precede il Bravìo delle Botti.
Alle prese con il concorso enogastronomico “A Tavola con il Nobile”, ideato dal giornalista Bruno Gambacorta in collaborazione con il Magistrato delle Contrade del Bravìo delle Botti e promosso dal Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano, le 8 contrade del paese si sfidano per creare il miglior piatto da sposare al Nobile.
L’evento è diventato un appuntamento che unisce cultura, tradizione e convivialità. Nel corso delle edizioni sono state recuperate e valorizzate oltre 230 ricette della cucina poliziana, un vero patrimonio tramandato dalle massaie e riportato alla luce grazie alla passione delle contrade.
Tra spirito goliardico e sana competizione, i contradaioli affrontano la gara con grande impegno, provando e perfezionando a lungo le ricette prima della sfida ufficiale. Ogni contrada ha a disposizione 30 minuti per accogliere la giuria – composta da giornalisti ed esperti – e presentare il proprio piatto, che viene valutato per tipicità e legame con il territorio, gusto, presentazione e abbinamento con il Vino Nobile di Montepulciano DOCG.

A Tavola con il Nobile 2025 | @Consorzio Vino Nobile di Montepulciano
A Tavola con il Nobile: la 23ª edizione
Il tema della 23ª edizione del concorso enogastronomico A Tavola con il Nobile è stato “la pasta ripiena e la sua farcia”, interpretato dalle cuoche con ravioli, tortelli, cannelloni, ventagli e mezze lune. Grande creatività nei ripieni, che hanno spaziato da ingredienti della tradizione come nana (anatra) muta, pappa al pomodoro, trippa in umido, peposo, cinghiale e coniglio, fino al più sorprendente baccalà.
A conquistare la vittoria è stata la Contrada di Cagnano con i Ventagli Trippa e Pecorino: un piatto originale e inatteso, dove la sapidità della fonduta di pecorino esalta il ripieno di trippa in umido e nel quale un ingrediente “povero” ha dato vita ad una proposta di grande raffinatezza. La giuria ha riconosciuto anche l’armonia perfetta con il Vino Nobile di Montepulciano DOCG, capace con la sua struttura e freschezza di accompagnare il piatto senza mai sovrastarlo.
Sul podio, accanto ai vincitori, la Contrada di Collazzi con i Ravioli del Cacciatore (secondo posto) e la Contrada di San Donato con i Girasoli di Peposo (terzo posto).

Piatto vincitore di A Tavola con il Nobile: Ventagli Trippa e Pecorino | @saramilletti
Il Vino Nobile di Montepulciano DOCG
Fin dai tempi antichi, il Vino Nobile di Montepulciano, ha rappresentato un tassello importante nel grande mosaico dell’enologia italiana. Principalmente a base di Prugnolo Gentile, una tipologia di Sangiovese grosso, il Vino Nobile di Montepulciano è stato il primo vino italiano a ricevere nel 1980 la denominazione DOCG.
Il sostantivo “Nobile” con riferimento al vino di Montepulciano è stato utilizzato per la prima volta nel 1766 in un documento dei Gesuiti di Montepulciano e già nel 1350 si dettavano le regole per il suo commercio.
L’area di produzione è strettamente limitata alla parte del territorio del comune di Montepulciano compresa tra i 250 ed i 600 m s.l.m. dove l’alternanza di suoli ed esposizioni ne determina un largo ventaglio di proposte accomunate da un carattere uniforme e dall’alta qualità dei vini.
Il borgo di Montepulciano e il suo territorio sorgono nel sud est della Toscana quasi al confine con l’Umbria. Inverni freddi, estati calde e l’assenza dell’effetto mitigatore del mare comportano per le viti un lungo ciclo vegetativo responsabile di uno dei tratti più distintivi e caratteristici del Vino Nobile di Montepulciano DOCG (che lo differenzia anche dagli altri vini a base di Sangiovese della Toscana): l’acidità.
All’assaggio, nei vini più giovani, si rileva un’importante freschezza che incontra il gusto contemporaneo dei consumatori che prediligono vini pronti, snelli e croccanti. Allo stesso tempo l’acidità e la vivace trama tannica fanno del Vino Nobile di Montepulciano DOCG un vino dotato di un buon potenziale di invecchiamento.

Pieve Cervognano – Vino Nobile di Montepulciano DOCG | @saramilletti
La nuova denominazione Pieve Vino Nobile di Montepulciano DOCG
Dopo un percorso durato quasi 5 anni il Comitato Nazionale Vini, il 10 ottobre 2024, ha approvato il testo definitivo del disciplinare della nuova denominazione Pieve Vino Nobile di Montepulciano DOCG.
Grazie a studi e ricerche su geologia e geografia e ad un’analisi storica delle zone di produzione del vino, tutto il territorio di produzione del Vino Nobile di Montepulciano è stato suddiviso in 12 Pievi (Ascianello, Argiano, Badia, Caggiole, Cerliano, Cervognano, Gracciano, Le Grazie, San Biagio, Sant’Albino, Valardegna e Valiano). Poetico e di ampio respiro, il termine “Pieve”, è un modo per riflettere sul passato e sulle radici antiche del luogo e un concreto input per enoturisti che amano unire all’esperienza in cantina la cultura, la spiritualità e l’autenticità delle chiese rurali (Pievi).
A base di Sangiovese (e altre varietà autoctone in minima percentuale), da viti vecchie di almeno 15 anni coltivate esclusivamente dal produttore, il vino Pieve Vino Nobile di Montepulciano DOCG deve invecchiare per un minimo di 3 anni e avere una percentuale di alcol in volume pari o superiore a 13.
La prima annata di produzione (2021) è entrata in commercio nel 2025 con 19 referenze valutate da una specifica commissione interna al Consorzio composta da enologi e tecnici del vino.
È ancora prematuro parlare di tratti distintivi e di una stilistica che rende riconoscibile il vino Pieve Vino Nobile di Montepulciano DOCG, tuttavia quasi tutti i vini della nuova denominazione sono a base di uve 100% Sangiovese, il che fornisce una “grammatica” più semplice per cogliere le differenze tra una Pieve e l’altra. Inoltre i differenti terreni giocano un ruolo chiave dando viti a vini di maggiore eleganza, struttura e finezza se le uve sono coltivate su suoli calcarei (Pievi ad altitudine maggiore) e vini maggiormente tannici e austeri se i vigneti sorgono su suoli sabbiosi e argillosi (Pievi con minore altitudine).

Degustazione vini Pieve Vino Nobile di Montepulciano DOCG | @saramilletti
Categorie: Food & Wine, Vini rossi

Sara
Buona forchetta, blogger, sommelier e content creator sono un’instancabile curiosa. Per professione collaboro con numerose aziende legate al food, beverage e travel occupandomi di food writing, food styling, editing, food photography, tour enogastronomici e interviste agli chef. Social media addicted, mi trovate sempre connessa!

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