Se il weekend in Ciociaria e dintorni fosse un sapore sarebbe il carciofo locale, enorme e tenero, farcito con crema di ricotta e servito su una fetta di pan brioche tostato. Se fosse un profumo sarebbe quello che, durante una domenica pomeriggio di sole, si espande lungo i vicoletti del paese di Sermoneta e proviene dalle botteghe dei panettieri intenti a sfonare dolci che vengono offerte in assaggio ai turisti di passaggio. Se fosse un suono sarebbe la quiete della natura in uno dei Giardini più belli mai visitati. Se fosse un vino sarebbe il Cesanese del Piglio DOCG, l’unica DOCG della Regione Lazio a base di uve a bacca rossa. Se fosse un colore sarebbe la miriade di toni tenui che si incastrano e si susseguono sul soffitto e lungo le pareti di quella che è considerata la Cappella Sistina d’Italia (poiché quella ufficiale è nello Stato del Vaticano). Che bella scoperta la Ciociaria, una terra genuina, che a soli 80 chilometri da Roma è ricchissima di cose da vedere e da gustare. Se state pianificando una visita in questi luoghi poco conosciuti, magari durante gli imminenti giorni di vacanza o semplicemente durante un weekend all’insegna di gusto e relax, segnatevi i seguenti suggerimenti!
Cosa vedere in Ciociaria e dintorni
Il delizioso borgo di Sermoneta, una vera perla del Lazio che la domenica pomeriggio profuma di raviole dolci con crema o confettura appena sfornate, merita una visita e permette di fare un tuffo nel passato. Con ai piedi un paio di scarpe comode incamminatevi lungo i vicoli e salite fino ad una strada senza uscita che vi condurrà all’ingresso del Castello Caetani dal quale è possibile ammirare dall’alto la Pianura Pontina. L’antico Castello, costruito intorno al 1200, e le sue prigioni possono essere visitate tutti i giorni tranne il giovedì previa prenotazione e a breve sarà possibile acquistare il biglietto solamente on line. La guida, durante il tour, vi racconterà particolari storici e architettonici molto interessanti. Oltre a Castello Caetani, il borgo di Sermoneta ospita anche un piccolo Museo della Ceramica con pezzi rari e antichi e dovete obbligatoriamente affacciarvi e scattarvi una foto presso la Loggia dei Mercanti dalla quale Massimo Troisi si era affaccia nel celebre film del 1984 “Non ci resta che piangere”.
Preparatevi a restare senza fiato quando, biglietto alla mano, varcherete il cancello che separa il nostro mondo da quello fatato del Giardino di Ninfa, che si trova a Cisterna di Latina. Sito di spettacolare bellezza, giardino letterario (da qui sono passati Virginia Woolf, Gabriele d’Annunzio, Giuseppe Ungaretti e Pier Paolo Pasolini, solo per citare alcuni dei celebri scrittori innamorati di questo posto), ambiente unico nel suo genere, il Giardino di Ninfa nel 2018 si è aggiudicato il secondo posto nella sezione “L’eredità europea dei giardini e del giardinaggio” del prestigioso European Garden Award 2018-2019. Gelsomini, pioppi, glicini, bambù, aceri, ciliegi, betulle. Sono oltre mille le specie di piante, provenienti da vari continenti, che crescono rigogliose nel Giardino di Ninfa dove la natura, generosa, abbraccia le rovine della città medievale creando un ambiente spettacolare di grande fascino in tutte le stagioni grazie al mutare delle fioriture e dei colori. Gli otto ettari di terreno che si espandono ai piedi dei Monti Lepini, oltre a piante e fiori, ospitano anche suggestivi corsi di acqua, 100 specie di uccelli e i ruderi dell’antichissima città di Ninfa. La trasformazione di questo fazzoletto di terra in un maestoso giardino è avvenuta per volere di Gelasio Caetani che nel 1921 iniziò la bonifica della zona e iniziò a piantare diverse specie botaniche che ben si sviluppavano a Ninfa per via del clima favorevole. I lavori per l’allestimento del giardino furono proseguiti poi da Roffredo Caetani, dalla moglie Marguerite Chapin e dalla figlia, Lelia Caetani, che negli anni ’30 diedero a Ninfa una struttura di giardino all’inglese.
Se il vostro desiderio è quello di visitare il romantico Giardino di Ninfa dovete consultare sul sito le giornate di apertura al pubblico (che sono regolamentate per preservare il delicato ecosistema del giardino) e acquistare il biglietto on line. Oltre al biglietto singolo è anche possibile acquistare il biglietto “Ninfa nelle Stagioni” che permettere di accedere al Giardino quattro volte ognuna effettuando un percorso di visita diverso per ammirare il variare delle stagioni nel Giardino. Interessanti infine gli appuntamenti dal nome “I sabati del parco letterario” durante i quali è possibile passeggiare nel Giardino in compagnia di attori professionisti che ne raccontano l’incanto attraverso le parole di poeti e autori che in passato ne rimasero ammaliati e ne scrissero.
Palazzo Bonifacio VIII e il Museo e la Cripta della Cattedrale sono un’ottima ragione per programmare una tappa (obbligatoria) nella cittadina di Anagni. Palazzo Bonifacio VIII, sede nel 1303 dell’episodio storico lo schiaffo di Anagni, i cui protagonisti furono lo stesso pontefice a cui il palazzo deve il nome, Filippo IV di Francia e Giacomo Sciarra Colonna, ospita alcune sale affrescate degne di nota: la Sala delle Scacchiere (nota anche come Sala dello Schiaffo) e la Sala delle Oche dove i volatili rappresentati sulla parete sembrano costituire una sorta di atlante della cacciagione dell’epoca. Spostandovi di poche centinaia di metri da Palazzo Bonifacio VIII, passando per piazze dall’architettura sobria ed essenziale, arriverete presso la Cattedrale di Anagni custode di una delle meraviglie italiane: la Cripta di San Magno. Durante la visita guidata incontrerete prima la Biblioteca con una ricca collezione di volumi antichi, poi la Cattedrale con un pavimento cosmatesco di rara bellezza e infine scenderete nella Cripta. I soffitti e le pareti di questo sito culturale unico in Italia sono completamente affrescate per opera di tre botteghe di artisti diverse. La visita all’interno della cripta dura circa 10 minuti che vi consiglio di utilizzare osservando in silenzio (a testa in su) la magia di questo posto davvero imperdibile. Infine, se siete appassionati di scultura non perdete, sempre ad Anagni, la Casa Museo di Tommaso Gismondi dove sono esposte permanentemente numerose opere dell’artista (che ha firmato anche tre portali in bronzo della Basilica del Sacro Cuore a Montmartre) in marmo e bronzo, oltre che ad alcune pitture, e il tutto si trova sotto un soffitto “astrale”.
Dove mangiare in Ciociaria e dintorni
Quando sopraggiunge la fame e volete assaggiare le specialità della cucina ciociara “gustate” i seguenti indirizzi:
Il Giardino del Simposio (Sermoneta)
Dove si viene per mangiare bene e per assaggiare specialità a base di Trombolotto ovvero un limone autoctono Sermonetano con il quale vengono realizzate salse e portate varie. Imperdibile e cavallo di battaglia del ristorante il Tagliolino al Trombolotto.
Nù Trattoria Italiana dal 1960 (Acuto)
Una Trattoria che in realtà è il bistrot del vicino ristorante stellato Le Colline Ciociare ed è gestito anch’esso dalla famiglia Tassa. L’ambiente, curato nei dettagli ed accogliente, ricorda quello di una tipica osteria romana. Il cibo è davvero buono e dovreste provare tutto, dagli antipasti al dolce, passando per i contorni di verdure. Se assaggiando tutto temete di non arrivare fino in fondo quello che a mio avviso non dovete assolutamente perdere sono il carciofo (in base alla stagionalità), in qualsiasi versione vi venga proposto perché si tratta dello squisito carciofo romanesco locale, e i tagliolini fatti in casa con il ragù di pomodori bruciati nella cenere. Per quanto riguarda il dessert, se siete amanti del classico, vi consiglierei di ordinare le pere al vino con lo zabaione appena fatto o l’intramontabile zuppa inglese.
Dove dormire durante un weekend in Ciociaria
Agriturismo Casale Verde Luna (Piglio)
Antico Casale ristrutturato e completamente immerso nel verde con vigneto e dehors curatissimo. Qui la parola d’ordine è relax. Le camere sono spaziose e arredate con gusto. La colazione al mattino è abbondante e home made e vi sembrerà di mangiare a casa della nonna in mezzo a mobili vintage e pezzi di arredamento retrò. Presso l’agriturismo è presente anche un ristorante dove, durante la bella stagione, potrete pranzare o cenare in terrazza. All’Agriturismo Casale Verde Luna, su richiesta ai gentili proprietari, potrete fare anche una degustazione di Cesanese del Piglio e Cesanese del Piglio Superiore eccellente vino rosso locale prodotto, secondo disciplinare, da uve di Cesanese di Affile nei comuni di Piglio, Serrone, Acuto, Anagni e Paliano. Il Cesanese del Piglio è un vino secco affinato in legno con un colore rosso rubino e riflessi violacei. Il suo profumo è intenso con sentori di frutta rossa, spezie e frutti di bosco. Il Cesanese del Piglio Superiore, a differenza dell’altro, presenta una gradazione alcolica superiore e se viene invecchiato per almeno 20 mesi e raggiunge la gradazione minima di 14° può essere denominato anche “Riserva”. Degustate questi fantastici nettari ciociari insieme ai produttori, Stefano e Gabriella, e lasciatevi affascinare dalla storia legata al nome di uno dei vini, Picchiatello!
Categorie: In viaggio, Italia
Sara
Buona forchetta, blogger, sommelier e content creator sono un’instancabile curiosa. Per professione collaboro con numerose aziende legate al food, beverage e travel occupandomi di food writing, food styling, editing, food photography, tour enogastronomici e interviste agli chef. Social media addicted, mi trovate sempre connessa!
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